Poesia & Poesia
Poesia bilingue - italiano e portoghese brasiliano.
Vera Lúcia de Oliveira (Maccherani)
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"la carne quando è sola" - Vera Lúcia de Oliveira, 2011

la carne quando è sola


Vera Lúcia de Oliveira (Maccherani)

raccolta vincitrice del 
Primo Premio internazionale di poesia
"Piero Alinari" 2009

SEF - Società Editrice Fiorentina, Firenze, marzo 2011
ISBN 978-88-6032-136-7, 12.5x19.5 cm, 72 pag
© Vera Lúcia de Oliveira

premessa di Paolo Valesio
prefazione di Alessio Brandolini
quarta di copertina di Alessandro Polcri

in copertina aquarela, di Gonçalo Ivo

 
Selezione di poesie :
quanto era bello il mare - dalla finestra sentiva
non aveva vissuto abbastanza
- diceva che la vita
aveva una gamba - sui rami spezzati

Per l'acquisto del libro, 10 €
SEF - Via Aretina 298 - Firenze
Sito internet: http://www.sefeditrice.it/scheda.asp?idv=2885
"Auschwitz" - Francesco Guccini, 1964
 

quanto era bello il mare azzurro d’estate il vento
fra i corridoi il bianco nelle case illuminate dal sole
poi ho visto le cose sformarsi e mettersi a soffrire
come se si fossero pentite della loro felicità

dalla finestra sentiva il rumore del vento
la vita nel ventre pulsava
i rami sul vetro come unghie
appuntite laceravano la luce
convocavano Dio per vedere
la carne quando è sola

non aveva vissuto abbastanza?
ora basta voleva morire nessuno
dovrebbe attendere tanto la morte
nessuno dovrebbe contare i minuti
fra fitte più fonde che strappano 
alla vita decente che differenza 
c’era fra lui e il letto se non 
che lui sentiva il dolore?
diceva che la vita era bella se presa a piccole dosi
ogni giorno una piccola fiammella che stai lì a soffiare
può darsi che nemmeno Dio si accorga
che sei viva e ti risparmi la morte

aveva una gamba che non ubbidiva più
una gamba malata, non lei, la gamba
sicché la sua anima era un maratoneta
la sua anima scorrazzava ovunque
questo era il suo dolore, che l’anima
era finita per zoppicare anche a furia
di trascinarsi il corpo come un peso morto
sui rami spezzati
come dita
senza unghie
mi ero messa senz'armi
il vento malato
staccava foglie dal tronco
scorticava la ferita

mi ero messa in quel
preciso punto
in quell'accanimento
con le parole in bocca
senza saperne il senso

IL CUORE CHE PRECIPITA NEL VUOTO

 

annaffiare l'odio lucidarlo

carezzarlo cullarlo nel corpo

 

Vera Lúcia de Oliveira

 

La luce urta i corpi che preferiscono starsene in disparte, lontani dalla vita rumorosa e, a volte, persino dagli affetti, nascosti da tutto e da tutti, in penombra, come se il cuore precipitasse nel vuoto. Quanto dolore e odio può contenere una simile rinuncia? Poesia che dà voce all’anima delle cose, all’amore «che si fa muro», come se vivere e voler bene fosse troppo difficile o, meglio, qualcosa che allontana dal nucleo essenziale, quello infinito che precede e segue la vita.

La carne senza spirito, la carne quando è sola, appunto, ultima raccolta poetica di Vera Lúcia de Oliveira che si stacca dai suoi precedenti libri, come riassumendoli tutti e allargando lo sguardo sugli esseri viventi e sugli animali, sul dolore del cosmo e le ferite (le passioni) del corpo.

Poesia spirituale anche in assenza di Dio, della fede, ma qui occorre chiarire la struttura poetica di questo libro: è una storia in versi, un flusso intensissimo di grumi narrativi che tracciano un mondo particolare, con i suoi luoghi e panorami, case e personaggi, convinzioni e speranze.


tramonto sul Trasimeno (foto Claudio Maccherani
, 1991)

A parlare sono i tanti protagonisti di queste vicende, con le loro paure e manie, uomini e donne, anziani e malati. Non si sa di che parte del pianeta, in che tempo storico. È qualcosa di ancestrale, un mondo antico legato alle nostre origini, all’immaginazione, eppure saldamente congiunto al presente, qualcosa che parla di altri per parlare di noi, come se la visione del baratro, qui messa a fuoco verso dopo verso, ci fosse preclusa.

La sofferenza e la morte spazzate sotto il tappeto, nel nostro mondo mediatico, forzatamente gaudente. Qui il dolore, al contrario, osserva il mondo con «occhi di odio», si riprende la rivincita e parla di se stesso: non si nasconde, non s’imbelletta, dà all'esistenza un taglio obliquo e respingente, al quale non siamo affatto abituati. Mescola la vita alla morte, all'attesa, all’assenza, al parto, alla sofferenza, al vuoto esistenziale e il corpo lo si trascina «come un peso morto».

Rarissimo scrivere con tanto coraggio: senza pudore né trucchi, lasciare liberi il dolore e l'odio di esprimersi, di raccontare il mondo dal loro punto di vista e per questo si  pensa allo scandaloso ma grandissimo Céline di Morte a credito, e Da un castello all'altro, all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Master. Nei testi poetici di La carne quando è sola il vivere è percepito come vanità, come vizio consustanziale all’uomo, qualcosa di ridicolo che si porta dietro fino alla morte, alla lapide con foto e riassunto bio-bibliografico. Non come gli animali che vanno a morire lontano, «si accucciano non si fanno vedere/ nascondono agli altri il dolore». I densi spaccati  narrativi di Vera Lúcia de Oliveira provengono da un mondo che rifiuta tutto questo, non riesce né vuole prendersi in giro. Un mondo «a parte», spietatamente sincero, duro e tenero allo stesso tempo, affollato di gente che soffre senza vergogna, discute, ricorda, impreca. Singoli individui che prendono la parola e narrano in versi la loro umile storia, il male di vivere che si ripercuote persino sulle cose, sugli alberi, sulla natura.

Libro scritto direttamente in italiano da una brasiliana, forse questo spiega alcune significative peculiarità. Per esempio la geografia misteriosa, la coralità dei personaggi che ricorda le storie di João Guimarães Rosa e il linguaggio franto ed essenziale, che ha assorbito la lezione di Giuseppe Ungaretti e di Sandro Penna (qui ricordato in alcuni versi) e del connazionale Lêdo Ivo, così attento e partecipe al dolore degli umili.

La carne quando è sola di Vera Lúcia de Oliveira affascina e percuote all’interno il lettore, per via delle ferite che mostra, per il dolore cosmico e leopardiano - così pieno di dubbi e di domande - e il vuoto che racchiude («il cuore si era precipitato/ aveva riversato sul corpo/ il dolore di ogni organo/ ora martellava/ per riempire il vuoto»), per via della sua tenera voce che senza sosta dialoga sul significato della nascita e della morte, dell’odio e dell’amore. Dell’anima e del corpo.

Alessio Brandolini

 

La carne quando è sola è un libro potente e intenso scritto da una poetessa brasiliana che insegna in Italia (un raro caso di bilinguismo poetico perfetto) e che sapientemente mescola due tradizioni culturali opposte: quella della poesia del corpo e del suo scontro-incontro con la vita, e quella animata dalla sempre affiorante idea di un oltre-vita percepito come contraddittorio e sfuggente.

Vera Lúcia de Oliveira lascia parlare diverse personae (una terza persona alternata a un io ora maschile, ora femminile) che mai si impastano davvero con i fatti minuti della realtà riuscendo invece a distaccarsene per giungere a considerazioni generali spesso gnomiche e filosofiche (sulla transitorietà del nostro passaggio terreno, sul desiderio che lo anima e sulla sempre presente percezione di una mancanza) compensate da un inesausto bisogno di ricerca di senso (di cos’altro deve in fondo parlare un poeta?) che si materializza in urli rochi e lamenti sottili, piccole particelle di consapevolezza che ostacolano e contengono la disillusione o il grado zero della speranza (forse la cifra della raccolta) mediante il riconoscimento del valore epigrafico delle parole poetiche, guizzi semivivi del linguaggio divenuto il segno di una evidenza ormai accettata.

Alessandro Polcri

Recensioni: Alessio Brandolini, 12/04/2011; Davide Rondoni, "Mappe di poesia autentica", in "Il Sole 24 Ore", 12/04/2011; Costanza Bucci, "La carne quando è sola di Vera Lúcia de Oliveira", in "Critica Letteraria", 19/05/2011; Enrico Minardi, "Ridefinire il 'genere': ipotesi sulla poesia femminile italiana contemporanea" in Italian Poetry Review, Anno 2010 - N. 5; Sebastiano Aglieco, "La carne quando è sola", in "Samgha", giugno 2011; Paolo Polvani, "La carne quando è sola", in "La Recherche", 01/07/2011 e anticipazione in "La scrittura meridiana", 03/10/2009; Narda Fattori, "La carne quando è sola", in "VDBD-Viadellebelledonne", blog letterario collettivo, 24/08/2011; Antonella Giacon, "lacarnequandoèsola", 26/11/2011, in "El Ghibli", rivista online di letteratura della migrazione, anno 8, n.33, settembre 2011; Raffaele Taddeo, "lacarnequandoèsola", 26/11/2011, in "El Ghibli", rivista online di letteratura della migrazione, anno 8, n.33, settembre 2011; Antonella Di Nobile, "L’infinito movimento circolare della vita in La carne quando è sola di Vera Lúcia de Oliveira", in "Fili d'Aquilone", n.43, luglio/settembre 2016.

Recensioni >>

Presentazione Antonella Giacon, Umbria Libri 2011, Rocca Paolina, Perugia, 13 novembre 2011

Presentazione >>

un estratto del libro è pubblicato in "La carne quando è sola", Penultimo orizzonte, 6 maggio 2013:
http://penultimoorizzonte.wordpress.com/2013/05/06/
poesie-dal-libro-la-carne-quando-e-sola-firenze-societa-editrice-fiorentina-2011-di-vera-lucia-de-oliveira/
(non più online)

Incontro con Vera L: con Martha Canfield, Michela Graziani e Giuseppina Caramella; Palazzo Brunelleschi, Firenze, 26 febbraio 2013

Incontro >>       Filmato incontro >>

Centro Studi Sara Valesio
IPR - Italian Poetry Review
Ungarettiana
Premio internazionale di poesia "Piero Alinari"

"aveva imparato a osservare le rondini"

(Vera Lúcia de Oliveira, Castelluccio di Norcia, 13/07/2018)

"è una parola"

(Vera Lúcia de Oliveira, Castelluccio di Norcia, 13/07/ 2018)

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(by Claudio Maccherani)