Poesia & Poesia
Poesia bilingue - italiano e portoghese brasiliano.
Vera Lúcia de Oliveira (Maccherani)
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Manuel Bandeira


Poesie


Antologia



Organizzazione, introduzione e traduzione a cura di


Vera Lúcia de Oliveira
(Maccherani)

Fonèma Edizioni


Spinea, Venezia, 2000

15x21 cm, 150 pag

Edizione FUORI COMMERCIO
 per divulgazione scientifica

 

 

"Meditação" - Tom Jobin, Vinicius de Moraes

 


"Poesie" - Antologia su Manuel Bandeira
Vera Lúcia de Oliveira, 2000

Estrela da vida inteira.

Da vida que poderia

Ter sido e não foi. Poesia

Minha vida verdadeira.

 

                 Manuel Bandeira

Poesia, «la mia vita vera»

a poesia está em tudo – tanto nos amores como nos chinelos,
 tanto nas coisas lógicas como nas disparatadas.

c’è poesia in tutto – tanto negli amori come nelle ciabatte,
tanto nelle cose logiche come in quelle spropositate.

Manuel Bandeira

 

Quest’epigrafe sembra particolarmente adatta ad esprimere il si­gnificato più intimo della vita e dell’opera di un poeta fra i più grandi della lette­ratura brasiliana, di un intellettuale coerente e vitale come pochi, di un cronista attento ai minimi fatti della vita in cui trovava poesia, sia che si trattasse di una notizia di giornale che della pubblicità di una saponetta. Bandeira ha vissuto il suo tempo e l’ha saputo cogliere con partecipazione commossa e solidale, penetrando nei piccoli e grandi drammi delle persone più umili, dalle quali traeva lezioni di perti­nacia e coraggio. (…)

La sua arte, che è l'espressione lucida e convincente della propria esperienza personale, sa farsi corale e collettiva nell’estrinsecare attese, sogni, miserie e dolori che egli coglie dal contatto intimo con la realtà; nasce dall'osservazione diretta del reale, ma è poesia che rivela l'essen­ziale, che scende a toccare il magma profondo della vita e della morte. (…)

Bandeira fu scherzosamente definito da Mário de Andrade il «San Giovanni del Modernismo brasiliano», perché, anche se non partecipò di­rettamente alla Settimana di Arte Moderna, già presentava nel suo primo libro A cinza das horas [La cenere delle ore], pubblicato nel 1917, i segni premonitori dell'ansia di innovazione che sfocerà nel Modernismo del 1922. Nella raccolta La cenere delle ore, tuttavia, le reminiscenze simboliste e parnassiane sono ancora abbastanza evidenti, sia nel linguaggio sia nei temi trattati. Un tono di sofferta confessione attraversa l’opera: il poeta è ripiegato su se stesso, sul suo dolore di tisico improvvisamente strappato all’infanzia e all’adolescenza. Non c’è traccia della sua caratteristica ironia, che comparirà solo dal secondo libro in poi. Qui il poeta confessa di fare versi «come chi piange», «come chi muore». (…)

Nella raccolta successiva, Carnaval [Carnevale], del 1919, Bandeira incorporerà nel proprio linguaggio tutta una serie di innovazioni formali che richiameranno l’attenzione di molti critici, sia di coloro che vedevano nel testo un chiaro esempio di degenerazione artistica della modernità, sia di coloro che, come João Ribeiro [1860-1934], intravedevano dietro l’apparente mancanza di unità dell’opera che «tutto è di un accurato ri­gore: basterebbe una sola delle composizioni di Carnevale per dire come è vario il ritmo dei suoi versi e come è compiuta l’arte con cui li com­pone». (…)

Nella raccolta successiva, O ritmo dissoluto [Il ritmo dissoluto], pubblicata nel 1924, il poeta continua l’opera di scardinamento dei metri fissi che avevano caratterizzato La cenere delle ore. Questo è un libro di transizione, come ammette lo stesso Bandeira, verso una forma più ma­tura, equilibrata, e verso un’espressione libera e cosciente delle proprie idee e sentimenti. Il suo lirismo, spesso auto-ironico, acquista un tono confidenziale, schietto, intimo. Il poeta si fa più intenso, più quotidiano, ma anche più tenero e malinconico: ha imparato a sublimare il dolore, ad esprimerlo con sempre maggior pudore e levità. (…)

L'opera di Bandeira che segna definitivamente il distacco dalle este­tiche parnassiane e simboliste è Libertinagem [Libertinaggio], pubblicata nel 1930. Libro vario e complesso, in esso l’autore allarga la propria ac­curata indagine della realtà a tutto il Brasile. È qui che egli riprende con­tatto con la sua Recife, la città in cui era nato e in cui aveva vissuto dal 1886 al 1890 e dal 1892 al 1896 e che gli aveva lasciato un’eredità di suoni, immagini e presenze vive come quella dei nonni, o delle persone che frequentavano la casa di famiglia, o ancora dei venditori ambulanti, dei bambini con cui giocava, pescava, fumava di nascosto... (…)

Nel 1936 Bandeira pubblica Estrela da manhã [Stella del mattino], libro della maturità (il poeta aveva compiuto cinquant’anni), venato di una malinconia che gli è tipica, solo un po’ più amara e disincantata, come si vede nel testo «Momento in un caffè». (…)

Con Lira dos cinqüent’anos [Lira dei cinquant’anni], pubblicato nel 1940, Bandeira, dopo essersi liberato dalla tirannia delle forme fisse pre­senti nella sua formazione giovanile, dopo aver creato e plasmato il verso libero come pochi altri, adeguandolo ad esprimere tutte le tensioni di una re­altà proteiforme, ricompone il suo rapporto con i metri e le forme classiche e popolari della poesia in lingua portoghese, ma ora con più ironia e libertà, compiendo una sorta di omaggio al lirismo, che in questa lingua è una tra­dizione radicata e straordinariamente viva. (…)

Nel 1940 Bandeira è eletto all’Accademia Brasiliana di Lettere. Se non era il primo modernista a entrarvi - c’erano già Cassiano Ricardo [1895-1974], Múcio Leão [1898-1969], Guilherme de Almeida [1890-1969] - causa sempre un po’ di stupore l’ingresso di un antiaccademico per eccellenza in un’istituzione notoriamente conservatrice. Il ribelle Oswald de Andrade aveva provato per ben due volte a farsene aprire le porte, in verità più per spirito polemico che per convincimento, ma la sua candidatura fu sempre respinta.

Nel 1948 esce la raccolta Belo belo [Bello bello], nella quale il poeta prosegue il riavvicinamento ai ritmi tradizionali della poesia brasiliana e portoghese. Ma non abbandona il verso libero che sceglie per alcune delle poesie più espressive e intense, come «Scusa», «La realtà e l’immagine», «L’animale», «Nuova poetica», «Unità», «Arte di amare». (…)

Nel 1952 viene pubblicato Opus 10 e nel 1958 Estrela da tarde [Stella della sera]. Sono gli ultimi due libri del poeta, entrambi venati di una malinconia che si va accentuando con gli anni, talvolta ironica ma anche tenera e paziente verso se stesso e verso gli altri, talvolta amara nella constatazione dolorosa che «a vida é traição», che la vita è tradi­mento. (…)

Aperto alle proposte e alle esperienze dei giovani, Bandeira accoglie negli anni ‘60 anche lo sperimentalismo radicale delle nuove avanguar­die, soprattutto il Concretismo, inaugurato nel 1956 da Décio Pignatari [1927], Haroldo de Campos [1929] e Augusto de Campos [1931]. Pub­blica alcune poesie in cui intensifica un tratto non assente nelle sue opere anteriori, cioè la valorizzazione degli elementi grafici e visuali del segno linguistico. Non aderisce al Concretismo come nuovo proselito, ma accoglie alcuni dei suoi principi validi per ogni tipo di poesia, praticati già dai modernisti del ‘22. (…)

Le poesie che abbiamo selezionato in questa antologia seguono l’arco di evoluzione di questo lirismo, partendo dal primo libro, La ce­nere delle ore, per arrivare all’ultimo, Stella della sera. I testi sono stati scelti in base alla loro importanza nella traiettoria poetica dell’autore; si è cercato di rendere, il più possibile integralmente, un universo composito fatto di tensioni essenziali - vita/morte, partecipazione/distacco, uto­pia/realtà -, di un lirismo che riscatta dal nulla l’esistenza, che sublima affanni, che redime dal morire per forza di casualità e natura.

 

dall'introduzione di Vera Lúcia de Oliveira 

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(by Claudio Maccherani )